INTERVISTA A LUCIANO COSTARELLI
Diventato in poco tempo una delle colonne della nostra casa editrice, Luciano Costarelli ci parla dei suoi progetti futuri per questo 2018.
Quali sono le tue impressioni di questo primo anno in Cronaca di Topolinia?
Cronaca di Topolinia mi ha dato l’idea di essere una piccola Bonelli vecchio stile: c’è tanta passione sincera per i fumetti, il vulcanico Tao e tutta la sua famiglia, che mi ha praticamente adottato, gli altri autori ed editor con cui ho vissuto a stretto contatto in fiera.
Tutto questo mi ha fatto sentire parte di un gruppo, in cui è stato comunque chiaro dall’inizio che bisognava rispettare delle regole e rimboccarsi le maniche. Devo dire che l’impegno è sempre stato notato, apprezzato e contraccambiato, cosa che non accade spesso in altre realtà lavorative.
Quali sono secondo te le principali differenze tra una piccola e una grande casa editrice?
Ho avuto qualche esperienza con le grandi come colorista o inchiostratore. Invece come fumettista completo solo con editori che si potrebbero definire medi, cioè che uscivano in edicola ma non erano di primo piano. Sulla qualità delle opere non vedo particolari differenze se non quelle dovute all’esperienza che, in certi casi, si deve ancora fare. Cambia molto, invece, il livello organizzativo: quando ho lavorato ai settimanali, per esempio era davvero molto spinto. Più la dimensione della casa editrice si riduce e più si allungano i tempi a disposizione degli autori, oltre ad avere, forse, più margine di manovra dal punto di vista creativo.
Sei al lavoro sul nuovo special di Cronache dal Ghiaccio. Puoi darci qualche spoiler dal volume?
E’ uno speciale molto importante dal punto di vista della storia perché Daniela Zaccagnino chiude qui (e in modo molto intenso) delle sottotrame che erano partite addirittura nel primo numero. Per questo non posso spoilerare niente sui personaggi o vi rovinerei la sorpresa. Posso però dire il popolo Ya comincia a rendersi sempre più conto di non essere un caso isolato di comunità sopravvissuta alla catastrofe e che questo medioevo prossimo venturo è ben più vasto di quello che pensavano. Dopo i precedenti contatti con il villaggio abbandonato e la Città proibita, in questo numero scoprono la Città Bianca e la sua affascinante civiltà orientale, una strana ibridazione tra il periodo Sengoku del Giappone e la Cina della dinastia Qing.
A breve inizierai il nuovo progetto “Planet Dead”. Cosa ti aspetti da questa nuova serie?
Ho molte aspettative per Planet Dead, scritto con passione da Stefano Bonazzi. Così come Cronache dal Ghiaccio approccia il genere Fantasy
con tante idee e spunti inconsueti, anche Planet Dead esplorerà il genere Zombie da un punto di vista inedito. È un fumetto horror investigativo ambientato in un vicinissimo futuro e la prima nota di originalità è nell’ambientazione. Luca Lavieri, il protagonista, è un cronista d’assalto italiano che, indagando in Algeria sulla tratta dei profughi, si imbatte in qualcosa di inaspettato e ancora più drammatico. Sopravvissuto e tornato a Genova, la sua città, assiste al propagarsi di una strana epidemia nel continente africano. L’altro aspetto interessante è che non si tratta di una apocalisse zombie. Il contagio è per il momento circoscritto, ma cosa ci sarà veramente dietro?
Ringraziamo Luciano per la disponibilità, e vi ricordiamo che sarà presente al Festival del Fumetto di Milano Novegro il 3 e 4 Febbraio allo stand di Cronaca di Topolinia.