INTERVISTA DA SUPERVISOR AGLI AUTORI DI SORTISIA di Daniela Zaccagnino
Articolo di Daniela Zaccagnino (supervisore della casa editrice Cronaca di Topolinia).
Eccoci con l’altro autore completo della nostra casa editrice, insieme alla longeva (nel senso che lavora per noi da tantissimo tempo!) Elena Mirulla. Lorenzo Balocco, torinese, ha realizzato per noi la serie Sortisia, e per cui ha scritto e disegnato diversi numeri ormai, uno speciale e infine il “live” che troverete a Lucca Comics 2019. Ad aiutarlo ai colori in digitale c’è Mariarosaria Landolfi, in arte Miha Tiger e anche per lei ho un paio di domande da farle.
Intanto, conosciamo meglio Lorenzo.
Lorenzo, ci sono pezzi della tua storia artistica che non conosco. Per esempio come sei imbattuto in Salvatore Taormina (n.d.a l’editore di Cronaca di Topolinia)? Conoscevi da tempo la casa editrice oppure è stato durante un Torino Comics a cui la casa editrice, che ha sede a Torino, partecipava?
Ciao a tutti, ragazzu, ciao, Daniela. Allora, si, in effetti fu durante un Torino Comics che mi imbattei nello stand di Cronaca di Topolinia. Mi avvicinai per avere qualche informazione, lasciare il portfolio e un biglietto da visita. Mi accolse Christian che mi indirizzò da Taormina, il quale, molto di fretta (era un sabato pomeriggio e lo stand era parecchio affollato), sbirciò il mio lavoro e mi diede un recapito “non male, adesso non ho tempo, chiamami mercoledì”. Il mercoledì io chiamai e mi disse che era occupato e di chiamare il venerdì, e io chiamai. Insomma andò avanti così per una settimana, circa, dopo di chè, all’ennesima chiamata mi disse “ok, mi hai rotto le balle, vieni!”. Andai al club e da quel giorno cominciò la nostra collaborazione.
Come è nata Sortisia? So che la serie, che porta il nome della protagonista e cioè una semidea e strega, ha avuto diverse vicissitudini prima di essere approvata oppure era la proposta di un progetto a te congeniale per la casa editrice ad essere stata tormentata. Raccontaci un po’ come è andata e si saresti mai aspettato di arrivare fin dove si è arrivati e con un così discreto successo di pubblico?
Lorenzo: Eh, si, in effetti, Sortisia non fu il primo progetto che proposi in quell’estate, lei era già formata, ma non sapevo se valesse la pena puntare su di lei. Proposi altre storie, effettivamente, forse, poco convincenti, ma avevo portato Sortisia nel portfolio e il Tao mi aveva associato a lei. Non ci fu verso, la casa editrice voleva Sortisia e, così, decisi che avrei potuto lavorare su di lei e darle una possibilità. Diciamo che, col senno di poi, credo d’aver fatto bene.
Dovendo raccontarci in breve la trama di Sortisia, come lo faresti? E Sortisia stessa? Per me resta uno dei personaggi più scanzonati e irriverenti del fumetto italiano. Tu come la definiresti?
Lorenzo: La tua considerazione mi fa onore, forse immeritato, ma, si, anche io la vedo così. Sortisia nasce come allucinazione nei momenti di noia, è la rappresentazione dell’indipendenza e della facoltà, spesso più mentale che altro, di abbattere tutti gli schemi per poter fare tutto ciò che si vuole. In realtà la controlettura potrebbe esere che, si, lei fa come le pare, ma fino ad un certo punto, fin’ora ci siamo accorti che Sortisia è costretta da un’infinità di regole e leggi cosmiche a cui, alla fine, deve attenersi. Mah, direi che questa incoerenza è la vita, fare il massimo per essere felici fin dove si può. Per il resto, Sortisia è senz’altro irriverente e comica, la mia idea era quella di fare qualcosa di “epico” ma ilare, mi piace decontestualizzare e dissacrare, soprattutto se si parla di temi ampollosi come il mito e le leggende, soprattutto se si parla del fantasy, che è un genere a cui si porta massimo rispetto. Sortisia non ha una trama delineata, ha delle run, delle miniserie che hanno una linea logica, ma, di volta in volta, Sortisia cambia aspettative e cambia obiettivi si muove in maniera del tutto casuale, lasciando che siano le conseguenze delle sue azioni a creare la storia. Lei è come un commentatore polemico, ci vogliono due battute cattive al posto giusto per far diventare importante una notizia che non lo sarebbe, perché sono solo le reazioni al primo commento a creare il caso. Questo è forse l’unico dictat di Sortisia, lei deve rimanere il commentatore polemico, il peggior errore che io possa fare sarebbe quello di adattare Sortisia alla storia e quindi, per ragioni di sceneggiatura, farla diventare un’eroina positiva. No, Sortisia è una “villain” o per meglio dire è un trickster è finchè verrà trattata come tale lei resterà coerente con se stessa e non ci sarà limite a ciò che di idiota potrà dire o fare.
Come è scrivere e disegnare Sortisia? Come ti organizzi il lavoro? Cosa nasce per te prima? Il disegno, la storia qualcos’altro nel mezzo?
Lorenzo: A volte parto da una battuta, a volte da una scena che mi viene in mente. La sceneggiatura e la storia viaggiano insieme. Io creo un canovaccio, una mappa concettuale e poi su questo lascio che i miei personaggi facciano cose. Magari, al momento di disegnare la tavola mi accorgo che in quel momento tutti vorrebbero che andasse diversamente da come è stata pensata in sceneggiatura (con tutti voglio dire Sortisia e me, principalmente). In quel caso la tavola verrà di getto e la sceneggiatura ci si appoggerà successivamente. Sortisia è cme il primo Ghost-busters o come un film di Totò, poca trama obbligata e tanta improvvisazione sul set.
Sicuramente un importante contributo alla serie l’ha dato Mariarosaria Landolfi, che è la colorista della serie. Quando vi siete conosciuti? Cosa ti ha colpito del suo modo di realizzare i colori e che ti ha fatto scegliere lei?
Lorenzo: Altrochè, Marì è fondamentale, sostanzialmente è una parte imprescindibile della progettazione. Ci siamo conosciuti al mio primo Lucca Comics. Io stavo già lavorando a Sortisia e lei arrivò a proporsi come colorista. Mi piaceva il suo lavoro, perché le tavole che aveva portato erano completamente diverse dal mio segno e esplodevano, erano vive. Il suo colore, specialmente su Sortisia non è pedestre, insomma, Marì non è un funzionario sostituibile del progetto, il suo colore è un personaggio della storia, è come se sapesse che serve a far venire il tutto magico. Quando passo le mie disgraziate tavole a Mariarosaria le dico “vai!”. Lei non segue le indicazioni, lei crea la tavola, quel colore è lei, è il modo in cui lei vede il mondo di Sortisia e Sortisia stessa, è il modo in cui il colore vuole far risaltare le battute, è il modo in cui lei si esprime ed è grandioso. Perché fare la copertina rosa? Non lo so, ma sta benissimo, è meravigliosa, la vedrete.
E quindi facciamo una piccola tappa in provincia di Salerno, per poi ritornare a Torino. Mariarosaria, come e quanto sei diventata una colorista e soprattutto la colorista di Sortisia?
Mariarosaria: Mia mamma mi racconta sempre : “avevi solo due anni, restavi per ore a terra letteralmente sul pavimento con tanti fogli sparsi intorno a te e centinaia di pennarelli colorati e contemporaneamente con due mani coloravi quei tristi fogli bianchi e realizzavi decine di coloratissimi disegni ogni giorno”. A 19 anni ho pensato però di affinare le mie tecniche e studiare per trasformare il mio hobby in un lavoro. Volevo disegnare e colorare per il pubblico. Quando ho presentato il mio “portfolio disegno e colore” al mio stimatissimo direttore della scuola comix di napoli, senza neanche approfondire le motivazioni per cui fossi lì mi disse: “Non so se pure disegnerai per un fumetto, ma di una cosa sono sicuro, diventerai colorista”. Maggiormente rispetto alla matita sotto, a lui colpì il modo di stendere il colore su quel disegno o quella china. Effettivamente, durante i corsi, in fase di disegno, quei fondini e quegli ambienti che realizzavo, molto poco dettagliati, venivano osservati con aria interrogativa da tutti gli insegnanti. A colorazione ultimata, poi, il tutto era molto diverso dall’inizio, quasi irriconoscibile. Questo perchè quando disegno, immagino il mio disegno già come verrà in fase di colorazione, un po’ come se saltassi già nella mia testa una buona parte dei tratti a matita, perchè quelli li disegnerò colorando! Un po’ come fa un pittore. ed è proprio da questo punto che ho capito di avere un’indole più da colorista che da disegnatrice. E’ così che lo sono diventata, l’ho dovuto prima rivelare a me stessa, e poi lo sono diventata veramente grazie al mio maestro di colorazione, che mi ha scoperta colorista, e mi ha ridato fiducia interiore, dopo un periodo in cui mi era venuta a mancare. Lui mi convinse di proporre il mio portfolio colore agli editor del Lucca Comics dell’annata 2015 e fare dei provini per degli editor anche internazionali. Mi raccomandò: “ Devi fermarti ad ogni stand che sta lungo il tuo percorso, non smettere di camminare per gli stand, devi farti in lungo e largo un padiglione al giorno e non devi tornare in albergo se non senti i piedi che ti invocano clemenza! :p ) Fu lì che ho conosciuto Lorenzo Balocco che mi ha illustrato il suo progetto per poi propormi come colorista al tao. Abbiamo fatto varie prove fin quando non l’abbiamo convinto.
Lorenzo ha indubbiamente un tratto e un modo di disegnare piuttosto personale, che forse a un colorista alle prime armi può mettere in difficoltà. Ci vuoi raccontare come lavori su una sua tavola? Quanto tempo ci impieghi?
Mariarosaria: Più che colorista alle prime armi, ero alle prime armi nella colorazione di questo tratto insolito. Avevo sempre colorato e fatto provini per il mercato francese o americano, avevo sempre colorato una china chiara e pulita, molto ben definita, e in quel momento il tratto di Lorenzo, sporco e graffiante mi prese alla sprovvista. Con tanta buona volonta’ abbiamo studiato insieme il modo migliore per far partire la macchina, per sposare bene disegni e colori. Ne è uscito un colore a tratti disneyano, con fondini ed ambienti di stampo francese, spesso pittorici, e nel lavorare insieme abbiamo scoperto una sintonia non indifferente. E io penso che, quando disegnatore e colorista sono sulla stessa lunghezza d’onda, si ben comincia e chi ben comincia è a metà dell’opera. Quando ho per le mani una sua matita (decisamente già difficoltosa perchè non è chinata) la prima cosa che faccio è immaginare il risultato finale, Immagino il colore di fondo di quella tavola, l’atmosfera che voglio dare, valuto se usare colori freddi o colori caldi in relazione alla sceneggiatura. Dopo studio il metodo giusto per ottenere ciò che voglio. Dico “giusto” perchè, avendo a che fare con un tratto difficile, ci vuole uno studio impegnativo prima di andare a stendere una tinta piatta o scolpire luci e ombre o ricreare addirittura un’atmosfera che possa funzionare su una matita ricca di grigi e spesso e volentieri solo accennata
Che genere di fumetti colori solitamente? Ti saresti mai aspettata di lavorare per un fumetto insolito come Sortisia? Ti ritieni una sua lettrice prima ancora che la sua colorista?
Mariarosaria: Coloro fumetti di genere umoristico, azione e avventura, in stile manga ed euromanga, ho collaborato per case editrici francesi e americane. E poi coloro Sortisia che, come ho già commentato, apprezzando se non si fosse capito, è un genere a sè stante con uno stile molto personale ed eccentrico che si distingue decisamente da qualsiasi altro fumetto italiano. Se in futuro mi trovassi in una fumetteria e non conoscessi le ultime pubblicazioni di Lorenzo e mi trovassi quella pubblicazione fra le mani, direi subito “questo è di lorenzo!”. E questa è una cosa importante a cui deve mirare un disegnatore, ovvero il farsi riconoscere tra tanti. Lorenzo, a detta sua, sta ancora studiando il suo segno ma da lettrice posso dire che già ha fatto centro in questo e quindi si, sono prima di tutto una sua lettrice. Se non sapessi nemmeno cosa sto leggendo non potrei colorare ciò che leggo, non potrei ricreare un’atmosfera tipica o valorizzare un’accattivante scena d’azione, o anche inventare un intrigante gioco di luci che ti lascia senza fiato trasportandoti letteralmente in quella vignetta. Non potrei quindi, col colore, regalarvi un’emozione.
Rieccoci a Torino. A Lucca Comics esce un numero molto particolare di Sortisia, ce lo vuoi raccontare? Da dove ti è venuta l’idea?
Lorenzo: Sortisia è una diva, una prima donna, una dea abituata ad essere venerata in un tempio dedicato, ma quel tempo è passato. Sortisia è una dea, certo, ma nessuno si metterebbe a pregarla affinchè elargisse doni, Oddio, qualcuno forse lo farebbe, ma non è questo il punto.
Che cosa succederebbe se, oggi, proprio oggi, col Papa bloccato in ascensore, il Governo che non sa bene che cosa vuole e deve fare, il Presidente Mattarella che è a rischio infarto un giorno si e l’altro pure, Adrian (la serie ri-evento) che sta per tornare, cosa succederebbe se una dea apparisse e potesse dimostrare di essere una dea vera e propria? E se fosse anche un’idiota col patentino? Ecco, questa è stata la domanda, e questa è la risposta…sarebbe l’idolo trash di Internet. Se non fosse già una dea lo diventerebbe e da questo punto ho cominciato a pensare. Quale modo migliore che essere l’eroina dei social? Questo è #Sortisialive : una dea pagana di 3000 anni che fa la sua prima live sul suo canale Youtube per fare un tour della sua nuova casa. L’ho messa giù nel modo meno assurdo che mi sia venuto in mente.
Mentre a Torino Comics scorsa è uscito il primo speciale, su soggetto e sceneggiatura di Vittorio “Grivitt” Grimaldi, youtuber del canale “Mitologicamente” che si occupa di miti e leggende, uno dei temi che caratterizzano Sortisia. Come è avvenuto questo incontro? Come è stata l’esperienza di lavorare sulla sceneggiatura di qualcun altro?
Lorenzo: Strano, ma divertente. Ho conosciuto Vittorio grazie al suo canale youtube e, a forza di chiacchierare, siamo diventati amici. Stimo molto il suo il suo lavoro, perché ci vuole molta professionalità e umiltà per portate contenuti importanti è interessanti come quelli di Vittorio su una piattaforma che per il 90% pubblica fuffa. Youtube è una macchina creata per generare incassi e fa niente se gli incassi arrivano da un canale con la profondità dell’isola dei famosi o dai video meravigliosi di Alessandro Barbero, per loro è la stessa cosa. Per questo ammiro quegli “youtuber” che sfidano la piattaforma portando contenuti interessanti (molti di questi saranno commentatori all’interno di #Sortisialive). Lavorare con Vittorio è stato bello davvero, lui ha un modo tutto suo di raccontare e mi fu subito chiaro che poteva essere il mood giusto per una storia di Sortisia, e, infatti, avevo ragione. Lo special è una storia perfetta che mischia horror, mitologia e battute dissacranti come piace a me e, soprattutto, come piace a lui, per questo è stato bello, è stato facile, per noi, trovarci sulla stessa lunghezza d’onda. Poi ho scoperto che adesso molti youtuber collaborano alla stesura di fumetti, soprattutto con Astromica, beh, noi siamo stati i pionieri del progetto.
Cosa hai in progetto per Sortisia? Come vedi i prossimi numeri?
Lorenzo: Ah, ottima domanda. Il progetto della prossima run mi fa tanto ridere e non vedo l’ora di mettermi al lavoro. È una storiella divertentissima e con un sapore un po’ fiabesco, ma non posso anticiparvi nulla, spoiler alert. Però…leggetevi la chat al fondo del volume e, forse, potrete intuire qualcosa.